30.09.2021

Uno dei “bei volti” delle Sorelle di Maria

Sr. M. Ana Paula R. Hyppólito e Sr. M. Nilza P. da Silva

“La santità è il volto
più bello della Chiesa”,

 

papa Francesco.[1] Il Pontefice ci fa anche notare che molti santi non canonizzati ci incoraggiano e ci accompagnano testimoniando con la loro vita.

È con gioia che presentiamo qui uno di questi “bei volti” della nostra Famiglia di suore, la cui presenza tra noi ha irradiato l’essenza di Maria:

suor M. Lucy Sakamoto

Sono passati 28 anni da quando Dio, nel 1993, l’ha chiamata a sé, ma la sua potente testimonianza è viva ancor oggi. Nata il 13 dicembre 1928 a Taquaritinga, San Paolo, da genitori giapponesi, fu educata nella cultura buddista. La Divina Provvidenza la indirizzò in una scuola cattolica a Curitiba, nello stato brasiliano del Paraná, dove all’età di 17 anni si convertì alla fede cattolica e poi ricevette i sacramenti. Per aiutarla a realizzare la sua missione di vita, Dio condusse la sua famiglia nel 1948 a Londrina, nello stato del Paraná, dove la giovane Lucy, dopo aver completato gli studi, insegnò alla nostra scuola “Mãe de Deus”. Si identificò presto con la spiritualità di Schönstatt e, desiderosa di diventare un’immagine viva di Maria, entrò nel nostro Istituto.

Lucy era molto aperta ai religiosi e trovò una casa nel cuore della Madre, la Regina nel Santuario, nella spiritualità di Schönstatt, nella persona del Fondatore e nella Famiglia delle Sorelle.

Molti che l’hanno conosciuta riferiscono di aver trovato una casa nel santuario vivo del suo cuore. Una suora che ha vissuto accanto a lei per molti anni ha detto: “Aveva sempre tempo da dedicare a chi veniva a confidarle i propri problemi. Le persone le erano molto grate e dicevano: ‘È stata mandata da Dio’.

Accompagnava al santuario

Suor M. Lucia offriva con gioia i suoi talenti per i vari compiti che le venivano affidati al fine di realizzare il carisma del nostro fondatore. Fu sempre attiva nel campo dell’educazione e della cura pastorale per i giapponesi residenti in Brasile. Mitty e Luiz Shiroma, della Lega delle Famiglie di Londrina, affermano: “Quando stavamo per sposarci, suor M. Lucy ci ha aiutato a realizzare il santuario domestico con l’immagine della Madre nella nostra futura casa. Una volta sposati, la Madre era già lì ad aspettarci con suo Figlio. Una grande benedizione per noi!

Da allora, suor Lucy ci ha invitato alle celebrazioni del 18 di ogni mese o a un evento importante nel santuario. Nell’agosto del 1991siamo entrate a far parte della Lega delle Famiglie e abbiamo iniziato il nostro cammino nella famiglia di Schönstatt. Saremo grate per sempre alla nostra ‘madrina spirituale’ che ora intercede per noi dal Cielo con la Madre”.

Portò avanti una feconda attività apostolica, insegnando quello che viveva. Al riguardo, una suora la descrive così: “Ricordo di averla vista nel santuario davanti al Santissimo Sacramento, totalmente immersa nell’adorazione. Era una suora estremamente dedita al servizio e alla preghiera”. Aveva preso sul serio la spiritualità di Schönstatt, che praticò fino ai suoi ultimi giorni. Una persona che l’ha accompagnata riferisce: “Una notte, con molto sforzo e sostegno, è riuscita a sedersi nel suo letto, e con voce debole mi ha chiesto di passarle il suo diario spirituale per inserire le note del giorno. Era sempre fedele, anche nelle piccole cose!”.

Oltre all’attività pastorale, suor M. Lucy si occupava dell’educazione artistica, sia a scuola che nella nostra comunità. “Era sempre a disposizione per aiutare qualcuno o fare qualcosa”, dice una delle sue consorelle.

“Guardare e agire con misericordia: questo è santità”[2]

Queste parole di Papa Francesco fanno subito ricordare la devozione fervida e discreta che suor M. Lucia aveva verso la sua famiglia. Per anni, dopo la morte improvvisa del padre, dovette spesso assentarsi dalla comunità per prendersi cura della sua anziana madre e dei due fratelli paraplegici. Tuttavia, si organizzava sempre in modo che le attività quotidiane delle suore non risentissero della sua assenza.

„…  si rivela il cuore stesso di Cristo“[3]

Queste parole, con cui Papa Francesco descrive coloro che vivono una vita santa, sono applicabili a Suor M. Lucy, specialmente al periodo della sua malattia – il cancro al pancreas – che la portò alla morte provocandole molto dolore: “Ogni dolore è un sacramento“, diceva, ripetendo e vivendo le parole del nostro fondatore.

Quando Suor M. Lucy sentì che una ragazza stava per fare la sua scelta vocazionale, pregò e offrì per lei le numerose sofferenze della sua malattia e le molte iniezioni che doveva fare. Una volta disse all’infermiera che accompagnava una ragazza: “Ogni iniezione serve a conquistare una vocazione. Ce ne sono già 64!”.

La sua infermiera ricorda: “L’accompagnavo spesso alle visite mediche. A volte era molto debole e deperita, sicuramente soffriva molto, ma non l’ho mai sentita lamentarsi. Era sempre molto grata e affettuosa. Attribuiva tutto alla bontà di Dio e offriva tutto per il capitale di grazie”.  Suor M. Lucy “ha vissuto con serenità di fronte alle grandi croci che l’assediavano; si è completamente abbandonata alla volontà del Padre”, conferma un’altra suora.

Anche il medico che l’accompagnava aveva capito quanta forza d’animo avesse suor Lucy, tanto da affermare: “Non dice mai che è stanca … Si dà completamente agli altri senza pensare a se stessa. È sempre allegra anche quando non sta bene. Quando le dico che deve andarci piano, mi guarda e sorride. È una santa!“.

“I santi sono testimoni autorevoli della speranza”.[4]

Quando pensiamo a suor M. Lucy, ci viene sempre in mente l’immagine di Maria che va a visitare Elisabetta; lì Maria offre il suo servizio in unione totale con Cristo, e il suo cuore trabocca di gioia in Dio. “Aveva un sorriso luminoso o un viso sereno. Ho sempre avuto la convinzione di aver vissuto con una santa Sorella di Maria“, conclude la suora che ha vissuto quasi sempre accanto a lei.

È ovvio che non possiamo tenere per noi questo tesoro. Facciamo con gioia un canto di ringraziamento a Dio che ci ha dato quest’immagine di Maria: di sicuro lei dal Cielo continua a servirci e a sorriderci.

[1] Gaudete et Exultate, 9.
[2] Idem, 82.
[3] Idem, 96.
[4] cfr. Papa Francesco, 1° novembre 2020.