27.05.2021

Sr. M. Claudine Buchwalder, Svizzera / Burundi, 1939 – 1997

Sr. Ursula-Maria Bitterli
Schweiz

“Fare da madre nel modo giusto”

Il 1° marzo 1997, durante la guerra in Burundi, nell’Africa centrale, Suor M. Claudine perde la vita a causa dell’esplosione di una mina lasciata dai ribelli.

Suor M. Claudine nasce il 9 maggio 1939 in Svizzera. Già da novizia (dal 1965) viene subito impiegata come infermiera ambulante, mansione che ricoprirà per sei anni. Grazie ai suoi modi semplici e alla mano, si fa apprezzare e conquista il cuore della gente. Si dedica anima e corpo al suo lavoro di infermiera e ostetrica. Ama moltissimo i bambini.

Disponibile ad insegnare

Nel 1980 Sr. M. Claudine si mette volontariamente a disposizione per una missione in Burundi, dove dimostra tutte le sue competenze infermieristiche e ostetriche. Si occupa, con molta empatia, della formazione delle suore locali per le mansioni dell’ospedale, della clinica ambulante e del reparto maternità. Infonde sicurezza; è originale, spontanea e aperta. Sotto un aspetto duro cela una personalità profonda e sensibile.

Crea un’atmosfera gioiosa

Suor M. Claudine è la prima suora mariana della Svizzera francese. Traduce i discorsi di padre Kentenich, che le dice di volerla assegnare ad una missione dell’area francofona. Si sente molto responsabilizzata e progetta di fare ancora di più per le suore locali. Come madre-postulante esorta le postulanti a prendere una chiara decisione chiedendo ad ognuna di loro: “A che fine sei venuta?” (San Bernardo). Crea un’atmosfera gioiosa mettendo le postulanti a loro agio.

 

Sorretta solo dalla fiducia

Nella difficile situazione politica assicura alla popolazione aiuto e sostegno. Tanti si rivolgono a lei per confidarle i propri problemi. Sr. M. Claudine sa essere una vera madre. Quando le famiglie sono in pericolo a causa della guerra, nasconde i rifugiati. Si batte con coraggio per i loro diritti, rischiando spesso la vita. Si mette nei panni degli altri, soffrendo per la sorte del popolo. Si rammarica di non poter dare alla popolazione affamata ciò di cui ha bisogno per sopravvivere. Sfrutta la situazione in Burundi come un’opportunità per entrare in un contatto più profondo con Dio e la Madonna. Più volte dice che a sostenerla è la fiducia in Dio. Scrive infatti:

“Io appartengo a Dio, sono proprietà Sua. Nelle situazioni più incerte, ho la certezza di appartenere al buon Dio; nessuno può farmi del male, se LUI non vuole…! Sono nella mano di Dio, nel cuore del Padre”.

Tratta tutti allo stesso modo

Il 1° maggio 1997 Sr, M. Claudine accompagna all’ospedale della città una donna che ha avuto complicazioni prima del parto. Lungo la strada viene fermata da alcuni ribelli armati di pistole e granate, che le chiedono di consegnarle un’altra persona che si trova in macchina. Suor M. Claudine si rifiuta di farlo: dice di trattare tutti allo stesso modo e di non fare distinzioni tra gruppi etnici. I ribelli chiedono un’ingente somma di denaro.

L’ultimo saluto alla Madonna

Prima di rientrare, Sr. M. Claudine fa una breve visita alle nostre suore in città per prendere del latte in polvere da dare ai bambini affamati. Si affretta a tornare a casa il più presto possibile. Dopo aver chiesto a una suora di salutarle la Madre nel Santuario, inizia il suo viaggio di ritorno. Poco prima di arrivare a destinazione, urta una mina e, com’è probabile, muore sul posto. Viene sepolta vicino al Santuario di Schönstatt sotto lo sguardo di tanta gente venuta per l’occasione.

Testimone della fede

Nel corso di una cerimonia commemorativa, il nunzio ha detto: “La morte violenta di Suor M. Claudine mi ha colpito profondamente. Era una donna coraggiosa che non accettava compromessi quando si trattava di difendere il bene dei suoi fratelli e sorelle. Ha dedicato la vita ai sofferenti e agli emarginati, nei quali riconosceva il volto del nostro Signore crocifisso. Suor M. Claudine si aggiunge alla lunga lista di consacrati uccisi in Burundi dal 1993 – tutti martiri, ossia individui che hanno testimoniato la fede sacrificando la propria vita”.